Primo giorno a Mosca
- La notte scorsa non ho dormito, per cui sono lievemente stanca. Ma ho tenuto botta;
- L’aereo è stato puntuale e mi hanno anche dato due brioscine;
- Arrivata a Domodedovo sono stata immediatamente cazziata da una delicatissima signora russa perché avevo sbagliato la corsia per il controllo dei passaporti;
- Ho subito trovato l’autobus che mi ha portata alla prima fermata della metro utile per raggiungere l’ostello;
- La metropolitana di Mosca è stupenda e non l’ho trovata per nulla complicata. È solo profonda dalla crosta terrestre al nucleo (farò un post a parte sul blog). Saper leggere il cirillico è stato però indispensabile;
- Il mio ostello è bellissimo.
- Nessun Russo sopra i trent’anni, tra quelli che ho incontrato, parla una sola parola di inglese. Ma si sono prodigati tutti per aiutarmi con l’unico linguaggio che qualsiasi italiano per bene capisce perfettamente: gesticolare a bombazza;
- Ci sono McDonald’s e Burger King, ma con le insegne in cirillico fanno anche più schifo;
- La Piazza Rossa è di una bellezza commovente. Peccato che ci stessero montando dei palchi enormi e non fosse transitabile per intero;
- Ho fatto una cenetta tutta colorata e ho speso 8 euro;
- Mosca è piena di zarr. Non zar;
- Sono una sega a fare i selfie;
- Non mi sono mai sentita tanto libera in vita mia.
Le nostre valigie logore stavano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevano altro e più lungo cammino da percorrere. Ma non importa, la strada è vita.